arturo con lo zaino
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Il coraggio di Arturo

Una mattina qualunque di dicembre Arturo si svegliò e si sentì diverso dal solito.
Allora si tirò su dal letto, guardò l’ora sulla sveglia e sì, era sicuro, c’era proprio qualcosa che non andava. Non nell’ora, le lancette segnavano quella giusta, però nell’aria c’era una sensazione strana.
Allora andò in bagno davanti allo specchio ma non vedeva nulla di particolare.
Eppure qualcosa era cambiato.
Arturo ci pensò su e si rese conto che ciò che aveva perso era il coraggio.

Ripensò a quello che aveva fatto il giorno prima: forse era cascato per strada, gli era scivolato dalle tasche mentre faceva lo scivolo o era rimasto a scuola sopra il banco.
E ora cosa fare? Come si fa a trovare il coraggio? E poi, com’è fatto il coraggio?.
E’ difficile trovare qualcosa che si è perso se non si sa che forma abbia.
“Difficile?- pensò Arturo- è impossibile!”.

Eppure era con lui fino alla sera prima, quindi insomma, bastava ragionarci sopra. Poteva avere la forma di una palla rossa?


Magari era un dolce gattino?


Oppure era fatto dalle lettere messe insieme una dopo l’altra?


Comunque, tanto lontano non poteva essere andato. Arturo rovesciò le scarpe, ma non uscì niente, tranne un piccolo sassolino. Allora aprì il cassetto, ma lì c’erano solo le mutande e i calzini. Guardò sotto il letto ma trovò solo qualche vecchia caramella ammuffita e un pezzetto di Lego che aveva perso due mesi prima.
Tra le coperte?! Eccolo lì…ah no, è solo il pigiama.
In casa non c’era. Arturo sconsolato guardò fuori dalla finestra, la pioggia stava scendendo forte e lui aveva paura di uscire in giardino a cercare il suo coraggio. Ormai erano passate ore, si sentiva molto triste e aveva perso le speranze di ritrovarlo.

Poi ebbe un’idea e pensò di chiedere alla mamma, le mamme sanno sempre dove finiscono le cose quando si perdono. Allora uscì dalla sua camera, andò in sala e spiegò il suo problema.
La mamma lo ascoltò attentamente, senza fretta, e poi lo abbracciò forte. Arturo in quel momento sentì caldissimo dentro al petto, come una fiamma, e capì che il coraggio era sempre stato dentro di lui, bastava solamente guardare meglio.
E adesso sapeva anche che aveva la forma di un abbraccio.  

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