Avventura

Tutta colpa di quella merendina!

Al suono della campanella Federico era sempre il primo a uscire di classe, schivando un banco e poi un altro, per correre finalmente felice fuori. A lui proprio andare a scuola non piaceva e l’unico momento che gli sembrava un pochino più divertente era quando finalmente poteva fare ricreazione con i suoi amici.

A scuola ognuno portava una merenda diversa: chi la frutta, chi i cracker, chi la focaccia. Fede ne aveva una che tutti gli invidiavano: la sua mamma infatti ogni mattina gli preparava un panino enorme, pieno di mortadella.

Una mattina di primavera Federico era in ritardo (non era riuscito a dormire bene quella notte, troppi cartoni, aveva detto la mamma) ed era andato a scuola senza il suo panino enorme. Al suono della campana tutti i suoi compagni tirarono fuori dallo zaino la propria merenda ma Fede era senza. Girandosi vide però una tortina al cioccolato, tutta sola soletta sopra il banco di Andrea che quel giorno era assente.
“Una casualità? Io non credo”- pensò Federico- “non posso lasciarla così, è un vero peccato”.
Senza farsi vedere da nessuno prese la merendina e con l’acquolina in bocca mangiò un bel boccone.
Ora è difficile descrivere quello che gli successe ma farò del mio meglio.

Fede sentì la testa girare veloce, velocissima e poi cascò per terra con il sedere.
“Ma cosa mi è successo? Perché mi trovo in una foresta? Cos’è questo rumore?”
Infatti, in lontananza, si sentiva un ruggito strano, feroce.
“Ma…ma…ma….ma quello è un dinosauro! Un dinosauro vero!”, esclamò il bambino.
Vicino a una quercia un brontosauro stava mangiando le foglie da un enorme cespuglio. Subito si sentì un altro verso.
“Mi sa che mi conviene scappare da qui! C’è un altro dinosauro in arrivo! Io voglio tornare a casa mia! Mamma dove sei?”.
Il ruggito del secondo dinosauro si faceva sempre più forte e Federico, bianco dalla paura, iniziò a correre più veloce di un fulmine. Corse, corse, corse a perdifiato e alla fine, stremato e senza forze, decise di fermarsi dietro una roccia per decidere cosa fare. Provò a dormire un pochino e al suo risveglio, davanti ai suoi occhi, proprio sopra la pietra, vide la stessa tortina al cioccolato, in bella vista.
“Ma non è possibile! E’ sempre lei!”
Fede prese la merendina.
“Ti prego ti prego ti prego, fammi tornare a casa, da oggi farò tutti i compiti e sarò bravissimo a scuola!, pensò mentre tirava giù il boccone.

Anche questa volta solito giramento di testa, veloce, velocissimo e poi TUFF! il sedere per terra.
“Ma…ma… dove sono finito questa volta?”
“Madame e messeri! Venite venite a vedere la giostra! Affrettatevi per prendere i posti migliori”
Federico era in un grande campo, addobbato a festa, circondato da signore e signori vestiti con abiti bizzarri.  
“Almeno qui non ci sono dinosauri feroci!”
Tutto sembrava allegro: cavalieri si fronteggiavano in duelli, bambini giocavano con le spade di legno, le madame camminavano scherzando tra di loro, un venditore ambulante urlava, un giullare giocava con palle e birilli e si stava tenendo un piccolo spettacolo teatrale su un palco di legno.  
“Ecco laggiù, un banchetto, speriamo ci sia la tortina al cioccolato”

Federico aveva ragione, tra frutta, stuzzichini e dolcetti, c’era la solita merendina che ormai conosceva bene.
Un grosso boccone ed ecco, giramento di testa e TUFF! ma questa volta atterò su qualcosa di soffice. Fede riconobbe subito il suo lettino e le pareti della sua stanza.
“Finalmente a casa! Che bello!”
“Federico ma dove sei??????”, urlò la mamma dal piano di sotto.
Il bimbo scese di corsa le scale e abbracciò forte la sua mamma.
“Mamma! Che bella voce che hai, così dolce in confronto a quella del brontosauro”
“Fede, ma cosa stai dicendo?”
“Che sono felice di vederti madama …voglio dire, mamma!”
“Vuoi dirmi dove sei stato?”
“A studiare storia, ci credi?”
“Nemmeno un po’, furbacchione”

La mamma non chiese altro e Federico non disse nulla di più. Quel viaggio era stato emozionante e aveva visto cose assurde ma era bellissimo essere finalmente a casa.

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