Poche cose si sanno di Mister Mistero. Primo, è un uomo misterioso. Secondo, adora risolvere enigmi e misteri. Terzo, non si perde mai uno spettacolo di magia.
Forse perché così può imparare qualche trucco che può essergli utile per risolvere i suoi misteriosi misteri o forse perché semplicemente va matto per i giochi d’illusione. Chissà.
Così tutte le volte che vede una locandina di uno spettacolo se lo segna sull’agenda, compra i biglietti e non perde mai un appuntamento. Poi indossa il suo impermeabile grigio, gli occhiali da sole anche se è notte, il suo cappello, prende il giornale di qualche mese prima e si mette zitto zitto nell’ultima fila per non farsi notare.
“Signore e signori, benvenuti al 92° festival Houdini di magia! Io sono il mago Magis, mettetevi comodi e godetevi lo spettacolo”.
Mr. Mistero guardava rapito il mago che riusciva a leggere nella mente, indovinava le carte senza averle viste, faceva scomparire gli oggetti e sollevava delle bottiglie senza toccarle.
Che emozione ogni volta!
Mr. Mistero tutto concentrato cercava di capire i trucchi dietro ai giochi di prestigio ma proprio non ci riusciva.
La serata filò liscia liscia come la notte tra bocche aperte per l’incredulità e applausi entusiasti.
Finito un numero mozzafiato dove un candelabro si trasformava in un coniglio, il mago fece per prendere dal baule quello che gli serviva per l’ultima magia quando improvvisamente divenne tutto rosso in volto e poi bianco e poi di nuovo rosso.
Mr. Mistero capì subito che qualcosa non andava.
Il mago borbottò tra sé e sé qualche parola incomprensibile, si voltò indietro, poi in avanti, poi indietro e poi si avvicinò al pubblico e disse “Signore e signori, mi vedo costretto mio malgrado a sospendere lo spettacolo. Io non trovo…sono scomparse… le mie colombine” e scoppiò in lacrime. Tutte le persone nella sala pensarono che fosse uno scherzo, si guardarono stupite tra di loro ma vedendo Magis con le mani sul volto capirono che di uno scherzo non si trattava.
Passò un tempo che sembrò infinito di totale silenzio e di sconcerto generale.
“Chiamiamo la polizia!”, propose qualcuno ma era abbastanza assurdo chiamare la centrale e dire “scusate, sì.., siamo a teatro e c’è un’emergenza, sono sparite le colombine del mago”.
Mr. Mistero comprese che era il momento di intervenire, si alzò in piedi, salì sul palco, si presentò a tutti e chiese agli addetti della sicurezza di controllare che nessuno uscisse dal teatro. Si avvicinò a Magis per rassicurarlo e gli domandò dove fossero gli animali prima di sparire. “Qui dentro la gabbia ma adesso è a…aperta”, rispose Magis tra un singhiozzo e l’altro.
Mr. Mistero pensò subito che le colombine in fondo non potevano essere andate molto lontane: qualcuno doveva averle rubate.
I primi indiziati ovviamente erano tutti i collaboratori del teatro come sarti e truccatori ma andando dietro le quinte Mr. Mistero gli vide sconvolti almeno quanto il mago.
“Erano mesi che stavamo lavorando a questo spettacolo, doveva essere tutto perfetto” disse la sarta Anna tra una lacrima e l’altra. Per non parlare del tecnico delle luci Omar che fissava il vuoto e sembrava sotto shock. No, non potevano essere loro i responsabili.
Mr. Mistero allora tornò in sala e si guardò intorno per capire chi tra gli ospiti poteva essere un indiziato. C’era una signora bionda bionda magra magra che stava sbadigliando e non vedeva l’ora di tornare a casa, un signore pelato in seconda fila che si era addormentato, nella fila dietro una ragazza sembrava davvero preoccupata per la sorte degli uccelli, sulla sinistra alcuni bambini vestiti da mago si tiravano le bacchette sulla testa. Nessuno sembrava il ladro di colombe.
Un tipo anziano piuttosto panciuto con la giacca molto larga sembrava agitato e ansioso di andare via ma quanto Mr. Mistero gli chiese di aprire la giacca, non trovò proprio niente, a parte una tavoletta di cioccolata nascosta nella tasca interiore. “Mia moglie non sa che sono qui a vedere lo spettacolo di magia, ed è tardi”, si giustificò imbarazzato.
Ma perché rubare delle colombe? E quando le avrebbero rubate dato che il pubblico è sempre rimasto seduto? Qualcosa non tornava.
Intanto gli ospiti in sala cominciavano a lamentarsi dell’orario, della cattiva gestione dell’emergenza e qualcuno voleva pure il rimborso del biglietto. Mr. Mistero parlò con Magis e decisero di mandare tutti a casa, le colombe erano definitivamente scomparse.
La mattina seguente Mr. Mistero si alzò, indossò il suo impermeabile grigio, gli occhiali da sole, il suo cappello e prese il giornale di qualche mese prima. Si avviò verso il suo bar preferito, si sedette, ordinò un cappuccino e una brioche alla crema e si sistemò il giornale davanti al viso. Aveva quasi finito la sua colazione quando notò qualcosa di molto strano. Nel parco dall’altro lato della strada tre pettirosso avevano il collo insolitamente lungo. Mr. Mistero lasciò i soldi sul tavolino del bar e si avvicinò per guardare meglio: si trattava di colombe ricoperte di trucco che stavano discutendo animatamente tra di loro. Ma doveva aver visto male, per forza. Si tolse gli occhiali e si strusciò forte gli occhi. Provò a guardare meglio ma niente, erano sempre lì.
“Io non ci penso nemmeno a tornare dal mago che ci costringe a stare tutto il giorno in gabbia e ci lascia libere solo per gli spettacoli!”, diceva una.
“Sì, ma abbiamo sempre fatto quel lavoro e mi mancano le facce stupite dei bambini”, rispondeva l’altra.
“Siamo scappate, ci siamo immerse nel trucco di scena per far finta di essere pettirosso, io non torno davvero indietro con tutto quello che abbiamo rischiato per scappare!”, cinguettava la terza.
“Con tutto quello che abbiamo passato”
“Con le giornate chiuse dietro le sbarre”
“Ma quanto era bello far ridere i bambini”
“Sì, chissà come sono tristi senza di noi”
“Già, i bambini”
Mr. Mistero si avvicinò silenziosamente commosso dopo aver sentito quelle parole. Quindi le colombe non erano state rubate da nessuno, avevano architettato un piano per fuggire, sporcarsi il petto con il rossetto e volare via per essere finalmente libere. Cosa fare?
Mr. Mistero non era bravo in queste cose, lui era esperto di enigmi, rompicapo e rebus, ma non poteva rimanere indifferente e serviva una soluzione a questo problema così insolito rispetto a quelli che era abituato a risolvere. Ragionò, riflettè, pensò. Poi d’improvviso ebbe un’idea geniale, si fece coraggio e prese la parola.
“Scusate signore colombe. Forse potrei aiutarvi. Visto che ci tenete a fare gli spettacoli, se il mago vi lasciasse libere il resto del tempo, voi tornereste indietro da lui?”.
Poche cose si sanno di Mister Mistero. Primo, è un uomo misterioso. Secondo, adora risolvere enigmi e misteri. Terzo, non si perde mai uno spettacolo di magia.
Quella sera indossò il suo impermeabile grigio, gli occhiali da sole, il suo cappello, prese il giornale di qualche mese prima e blablabla, insomma, lo sappiamo ormai, i suoi soliti vestiti. Si sedette zitto zitto nell’ultima fila per non farsi notare.La serata filò liscia liscia come la notte fino all’ultimo numero quando tre colombine splendide uscirono come d’incanto dal cilindro del mago Magis. Volavano alte in aria per poi trasformarsi al tocco del mago in fazzoletti bianchi e poi ricomparivano sulle spalle dei bambini della sala che ridevano felici. Finalmente tutti gli spettacoli erano una loro scelta e sapevano di libertà.